10 anni fa, l’11 novembre del 2007 dopo aver suonato nella discoteca Piper Club a Roma, Gabriele Sandri, nome che presto sarebbe diventato tristemente noto alle cronache, era in viaggio per andare a Milano a vedere la Lazio.

 Sì dice sempre che l’importante sia il viaggio e non la meta, purtroppo questo viaggio trovò il suo epilogo vicino ad Arezzo in un autogrill qualunque, o meglio, qualunque lo era prima di quella mattina. 

Un colpo esploso dalla carreggiata opposta, un gesto insensato da parte di un poliziotto e per Gabriele Sandri tutto finisce alle 9:18. Finisce a causa di Luigi Spaccarotella, poliziotto.

La morte tragica perche’ immotivata, gesto folle di chi è chiamato a proteggere il cittadino, ha sconvolto l’Italia intera, le tifoserie di ogni squadra e la vicinanza alla famiglia Sandri fu dimostrata anche da Francesco Totti prima di un derby. Ed ancora oggi a partire dai Viking Juve fino ai supporters del Borussia Dortmund, si chiede indignazione da parte degli alti organi dello Stato. Un’indignazione che fu solo per la gente quando fu emessa la sentenza “blanda” verso il colpevole.

Una vicenda che aveva puntato i riflettori sugli scontri tra ultras sì, ma soprattutto sugli errori da parte delle forze dell’ordine. Nessuno scontro però quella mattina tra tifosi Juventini e Laziali, forse qualche parola volata ad alta voce,forse ripeto, la polizia stradale interviene e poi il gesto di un pazzo che spara. Ecco, possiamo riassumere tutto così: il gesto di un pazzo. Scontri o non scontri, si può sparare sulla gente in mezzo alla strada? 

“Tragico errore” dichiarerà Vincenzo Giacobbe questore di Arezzo. La famiglia Sandri griderà invece all’ “omicidio” . 

“Colpi sparati in aria d’avvertimento” e intanto un ragazzo di 28 anni moriva. 

Proprio Luigi Spaccarotella rilascerà poco prima del processo una lunga intervista a L’Espresso, alla domanda su quale dovrebbe essere il capo d’accusa a lui imputato, rispose:

” Omicidio colposo. Perché non c’era da parte mia la volontà di uccidere nessuno e nemmeno di sparare un secondo colpo, dopo quello di avvertimento. Io nemmeno mi immaginavo che si trattasse di un’aggressione di tifosi, altrimenti mi sarei comportato diversamente. Pensavo che fosse in corso una rapina. Per questo ho sparato il colpo in aria e infatti i due gruppi si sono divisi. Poi li ho inseguiti correndo sull’altro lato dell’autogrill. Ho visto che erano saliti in macchina e mi sono fermato. Poi ho fatto un gesto come per indicarli. Mi sono reso conto di aver sparato quando ho sentito il colpo”.

E va bene, certo non era premeditata l’uccisione di Gabriele Sandri, ma ancora mi chiedo: si può sparare a cuor leggero sulla gente in mezzo alla strada? 

LA SEMILIBERTÀ

A dieci anni dal gesto folle, Luigi Spaccarotella oggi può lasciare il carcere per andare a lavorare. Già questo dovrebbe far riflettere sul fatto che il lavoro in Italia lo trovano solo i carcerati, che per assicurarti un posto forse dovresti fare un po’ di galera, ma su questo discorso pietra sopra sarebbe una discussione lunghissima. 

Fu condannato a 9 anni ed 8 mesi, in Appello ed in Cassazione, ad oggi però, seppur passati 10 anni, la pena scontata dall’incarcerazione è la metà. E giunti a metà della condanna, ha conquistato il regime di semilibertà che gli permette di abbandonare il carcere per reacarsi a lavorare. 

Evidentemente non solo per lavoro però, a quanto pare Spaccarotella ha fatto visita anche alla famiglia. Nessuno si indigna per questo? La famiglia Sandri non potrà fare più visita a Gabriele.

E questa è giustizia? Ma una giornata in una spa no? In fin dei conti un agente di polizia, perche’ questo lo dobbiamo ricordare sempre, figura chiamata e addestrata a difendere il cittadino, ha sparato immotivatamente sulla gente in mezzo alla strada. Senza assicurarsi di non colpire mortalmente un uomo, una donna o addirittura un bambino. Colpo esploso dalla distanza, senza nemmeno la giusta visuale. Il gesto di un folle e muore un ragazzo in un autogrill di Arezzo.

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